lunedì 12 gennaio 2015

La storia che non avevo raccontato

Ci sono storie e storie.
C’è la storia di una maratona, l’ultima, a Venezia, terminata con successo, con il nuovo record personale e con la liberazione da un piccolo incubo. Per molti può essere una storia insignificante, per me è essenziale.
Poi c’è la storia nascosta, quella che è scritta nelle molecole di due cuori che proprio sullo sfondo di una maratona si sono conosciuti e si sono uniti. Era destino che con una maratona dovessero consolidarsi definitivamente.
Una pazza idea mi frulla in mente durante le maratone del 2013, che avrei potuto chiudere più velocemente se non fosse stato per un semplice gesto d’amore. Perché non rendere questo atto di amore… definitivo? Ci ho pensato un anno, sul quando, sul dove e sul come. Non sul perché, in quanto non c’è neanche un perché, tutto è così semplice e naturale. Quando: una maratona. Dove: Venezia è perfetta. Come: eh, come… un oggetto metallico nella tasca posteriore dei pantaloncini e il fiato per una sola domanda, diretta.
La stanchezza dei chilometri percorsi per raggiungere Venezia offusca i ricordi, li annebbia. Ricordo il tremore delle mie dita per l’emozione, prima del Canal Grande. Uno sguardo che cerca tra la folla. Il sorriso mio, il tremore suo. Le lacrime quando mi volto verso destra, per guardarla. Un tenero abbraccio alla fine di tutto.
Non c’è altro da aggiungere. Altrimenti non avrei raccontato il lato nascosto di un’assurda emozione.

Der Kuss

Bis bald!
Stefano

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